20/09/2011 - Studio scientifico: le proteine animali fanno ingrassare, al contrario di quelle vegetali. Non solo: maggiore è la quantità di proteine vegetali assunta minore è il rischio di obesità.
Fonti:
Testi in italiano
SSNV - Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana
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Testi originali
1) anno 2011
US National Library of Medicine - National Institutes of Health
- Bujnowski D, Xun P, Daviglus ML, Van Horn L, He K, Stamler J.,
Longitudinal Association between Animal and Vegetable Protein Intake and Obesity among Men in the United States: The Chicago Western Electric Study,
J Am Diet Assoc. 2011 Aug;111(8):1150-1155.e1.
2) anno 2003
US National Library of Medicine - National Institutes of Health
- Spencer EA, Appleby PN, Davey GK, Key TJ.,
Diet and body mass index in 38000 EPIC-Oxford meat-eaters, fish-eaters, vegetarians and vegans Int J Obes Relat Metab Disord. 2003 Jun;27(6):728-34.
Sulla rivista scientifica internazionale Journal of the American Dietetic Association è stato pubblicato (agosto 2011) un articolo che indaga la relazione tra l'assunzione di proteine vegetali e animali e l'obesità
("Longitudinal Association between Animal and Vegetable Protein Intake and Obesity among Men in the United States: The Chicago Western Electric Study.").
Lo studio è stato effettuato perché, come affermano i ricercatori, "i dati finora disponibili sulla correlazione tra peso corporeo e assunzione di proteine non sono consistenti, e ben poco si sa della relazione nel lungo termine tra obesità e assunzione di proteine".
La ricerca pubblicata si focalizza dunque proprio su questo: assunzione di proteine e obesità, facendo però la distinzione tra proteine animali e vegetali e comparandone l'effetto.
I ricercatori hanno concluso che le proteine animali e quelle vegetali esercitano effetti opposti sullo sviluppo dell'obesità nel lungo termine: elevati consumi di proteine animali favoriscono l'obesità e, al contrario, elevati consumi di proteine vegetali risultano protettivi nei confronti dello sviluppo di obesità.
I dati utilizzati a questo fine sono stati quelli del "Chicago Western Electric Study", che ha investigato un gruppo di 1730 persone (uomini di età compresa tra i 40 e 55 anni) tra il 1958 e il 1966. Queste persone sono dunque state seguite per 7 anni: sono stati annualmente registrati la loro alimentazione, la loro altezza e peso e altre informazioni.
Sulla base di tali informazioni, sono state utilizzate delle equazioni per stimare la relazione tra la quantità di proteine totali assunte e la probabilità di risultate sovrappeso o obesi al successivo esame annuale.
Lo stesso calcolo è stato fatto considerando separatamente le proteine animali e quelle vegetali, per verificare se vi fosse una maggior correlazione tra proteine animali-sovrappeso, oppure proteine vegetali - sovrappeso.
I calcoli effettuati sono stati, come sempre avviene in questi casi, adattati per tener conto dei potenziali "fattori confondenti", come età, fumo di sigaretta, consumo di alcool, di calorie, di carboidrati e di grassi saturi, ed è anche stata presa in considerazione l'eventuale presenza di diabete o di altre malattie croniche.
Il risultato ottenuto ha mostrato chiaramente, in termini numerici, che esiste una correlazione statisticamente significativa tra consumo di proteine animali e obesità: chi consumava una quantità maggiore di proteine animali aveva una probabilità di diventare obeso maggiore di 4,6 volte rispetto a chi ne consumava le quantità più basse.
L'altro dato importante emerso è che, al contrario, chi consumava maggiori quantità di proteine vegetali aveva un rischio minore di risultare obeso, rispetto a chi ne consumava le quantità più basse, e precisamente il rischio viene dimezzato.
"Questi risultati - dichiara la dottoressa Luciana Baroni, presidente di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana- confermano l'inutilità delle diete dimagranti iperproteiche basate sul consumo di carne e pesce, la cui pericolosità per la salute è già stata oggetto di studio".
Inoltre, la ricerca in oggetto completa i dati emersi dallo studio di popolazione Epic-Oxford, che nel 2003 già avevano correlato l'indice di massa corporea (BMI, che misura appunto il grado di sovrappeso) con elevate assunzioni di proteine e ridotte assunzioni di fibre.
Lo studio aveva dimostrato che l'indice di massa corporea negli onnivori era significativamente più alto rispetto a quello dei vegan (la cui alimentazione è composta da ingredienti 100% vegetali) e che questa differenza era in piccolissima parte (5%) dovuta alle differenze nello stile di vita e nell'attività fisica, mentre per la gran parte (circa il 50%) era dovuta al differente introito di proteine e di fibra: maggiori quantità di proteine e minori quantità di fibra portano a un BMI maggiore, quindi a maggior rischio di sovrappeso-obesità.
Vengono inoltre confermati i risultati favorevoli ottenuti sul peso corporeo in chi adotta una dieta vegana, ben documentati in letteratura scientifica (Barnard ND et al, Am J Med 2005; 118:991-7; Turner-McGrievy GM et al, Obesity 2007 Sep;15(9):2276- 81); con un'alimentazione di questo genere, non è necessario limitare le quantità di cibo assunto, per ottenere una diminuzione del peso.
Conclude la dottoressa Baroni: "E' importante sottolineare che il sovrappeso-obesità non è un mero fattore estetico. Chi è in sovrappeso, rischia dai 10 ai 20 anni di vita, una vita che comunque sarà costellata da gravi malattie, come le malattie vascolari, i tumori, il diabete, l'ipertensione e le invalidanti malattie da sovraccarico dell'apparato locomotore. L'obesità è stata definita la seconda causa di morte evitabile, dopo il fumo."