17/01/2013 - Uno studio pubblicato sul JEB (Journal of Experimental Biology)
Autori: biologi Elwood e Barry Magee, dell'irlandese Queen's School of Biological Sciences.
(leggi il testo Ansa)
Fine di un'altra leggenda metropolitana: quando vengono immerse ancora vive nell'acqua bollente le aragoste soffrono, come i granchi e gli altri crostacei.
La scoperta, pubblicata sul Journal of Experimental Biology, contraddice quanto si è creduto finora: e dimostra che i loro movimenti prima di finire in pentola non sono riflessi automatici.
Nell’articolo Ansa, i commenti degli chef denotano come la coscienza umana sia un grande emporio di tragica e brutale incoscienza: si parla adesso di sostituire alla bollitura dal vivo, una ‘dolce morte’.
Sintesi del testo:
A dimostrare che, proprio come i mammiferi, i crostacei possono provare ed esprimere un'autentica sofferenza è l'esperimento condotto dai biologi Elwood e Barry Magee, dell'irlandese Queen's School of Biological Sciences.
Il test conferma definitivamente quanto gli stessi ricercatori avevano osservato in passato studiando gamberi e paguri.
L'esperimento è stato condotto su decine di granchi comuni che, sottoposti ad una piccola scossa elettrica, hanno cercato di evitare la seconda nascondendosi: per gli autori della ricerca il comportamento smentisce decisamente l'opinione comune, ossia che i crostacei non provassero dolore.
I ricercatori non hanno dubbi: "L'esperimento - spiega Elwood - è stato progettato in modo da poter distinguere chiaramente le reazioni dovute al dolore da quelle generate da un movimento riflesso chiamato nocicezione".
Quest'ultima è una reazione generata dalle terminazioni nervose periferiche. Mentre la prima è una reazione consapevole, la seconda è una sorta di automatismo.
I ricercatori sono convinti che la loro scoperta non potrà non avere conseguenze sul modo in cui aziende alimentari e chef trattano granchi, gamberi e aragoste.
Nell’articolo Ansa, i commenti degli chef denotano come la coscienza umana sia un grande emporio di tragica e brutale incoscienza: si parla adesso di sostituire alla bollitura dal vivo,una ‘dolce morte’.
..gli chef attendono adesso ulteriori indicazioni dal mondo della ricerca. "Ho sempre saputo che immergendo in acqua bollente dalla testa un'aragosta non sente dolore. Nessuno vuol far male agli animali (?????) e io sono sempre stato molto scrupoloso', spiega all'Ansa lo chef Heinz Beck….
… se non va bene la tradizionale cottura in acqua bollente, ci diano indicazioni per una dolce morte perché la clientela continua a chiedere, anche in tempi di crisi, i crostacei'. Nel frattempo, conclude, "rimango scrupoloso, ma continuerò a portarli a tavola".