10/09/2009 - Fonte : NewScientist - Food Research International. Il testo, in inglese si può leggere qui (o in PDF)
In sintesi, l’autore di questo articolo “scientifico” evidenzia che l’aumentare delle temperature influenzerà negativamente sulla qualità della carne negli allevamenti intensivi.
I bovini, scrive, cominciano a soffrire lo stress da calore a 20 ° C, i suini a 31 ° C.
Le bistecche, scrive, potrebbero diventare più insipide, quasi mogano e nel peggiore dei casi nere e saranno più soggette a deterioramento.
E spiega scientificamente anche perché...
… il calore fa acidificare più rapidamente la carne maiale. Quando questo accade, le proteine dei muscoli cadono a pezzi, e come risultato si altera la struttura della carne.
…il pH superiore..impedisce all'ossigeno di penetrare la carne.
…la qualità delle nostre carni dipende dallo stress da calore che gli animali subiscono anche durante il trasporto al macello.
Lo scienziato, dice l’articolo, ha speso più di un decennio studiando come la qualità della carne varia con la temperatura a cui sono tenuti gli animali d'allevamento. Ma la conclusione qual è dopo 10 anni di studio?
Anziché risolvere il problema alla fonte – eliminare gli allevamenti intensivi che già causano danni all’ambiente e comportano uno spreco immane di risorse - suggerisce che bisogna valutare la possibilità di raffreddamento artificialmente animali d'allevamento; insomma l'aria condizionata negli allevamenti intensivi!
Ovverosia, ulteriori immensi sprechi di denaro, appunto “Come rimediare al peggio facendo ancor più peggio”